TESTIMONIANZE

Autore: Marilena Carmellino 13 nov, 2021
Ho imparato tanto da te, avevi il dono di spiegare le cose in maniera semplice, anche le più complesse, non c’era argomento che tu non riuscissi a farmi capire, a volte anche con degli schizzi. Come quella volta che nel raccontarci le nostre esperienze in barca a vela, per la verità le mie molto poche, nostra passione comune, mi hai disegnato varie tipologie di vele. Ho incorniciato quel foglio e ogni volta che lo guardo penso chissà su quale barca sei in questo momento, sicuramente ad ascoltare il movimento del mare con la tua amata cerata che ti protegge dal vento e la pipa tra le labbra che, perso come sei nei tuoi pensieri ti dimentichi di accendere. Tu uomo di mare, ma anche uomo di montagna, le care montagne della Valsesia.
Autore: Roberto Osti 08 nov, 2021
Molte volte fui ospite di Franco e Irvana, nella casa in Valsesia, un posto magico, pieno di storia e meraviglie naturali, che Franco conosceva intimamente. Durante le lunghe camminate in quei posti mi resi conto che Franco mi stava facendo il grande onore di dividere con me, e poi più tardi con la mia amata Angela e i miei adorati Massimo ed Emilia, il suo posto più privato, più intimo, quello che lo ispirava, la sua fonte Meraviglia.
Autore: Angelo Sganzerla 08 nov, 2021
Ho “scoperto “ Franco sulla rivista Airone, la mia attenzione era stata attirata da alcune bellissime Illustrazioni e in particolare da una che rappresentava un geco e una mantide e che tuttora rallegra la mia casa. Da quell’incontro è nata un’amicizia e una collaborazione professionale molto proficua e durevole.
Autore: Simone Zoccante 29 ott, 2021
Da bambino volevo disegnare come Franco Testa. ... Solo ora guardando questi disegni accanto al mio riconosco quanto l'influenza di questo artista sia stata importante per la mia formazione, sia stilistica, sia concettuale.
Autore: Angelo Mojetta 21 ott, 2021
Il nostro sodalizio ebbe inizio nei locali di viale Elvezia, a Milano, e se non ricordo male il primo lavoro che ci vide insieme fu un articolo dedicato ai ricci di mare. Fu grazie ad esso che entrai nella sancta sanctorum di Franco, una mansarda-soffitta che condivideva con un altro grande amico, Massimo Demma. Sopra un soffitto basso, spiovente. Sotto scaffali di libri e i tavoli da lavoro di Franco e Massimo con libri aperti, pennelli, pennini, fogli di carta, colori, chine, matite e tutti gli accessori che nelle mani di Franco prendevano vita e diventavano prolunghe della sua mano riversando linee, punti, sfumature e contorni che si componevano in splendide illustrazioni. Da allora l'intesa divenne sempre maggiore. Ormai ero diventato per Franco il riferimento d'obbligo per pesci e altri animali acquatici ed io ero incredibilmente felice e orgoglioso di frequentare il suo studio e di ascoltarlo parlare.
Autore: Ferruccio Locarno 20 ott, 2021
Franco è stato un amico speciale. Ci siamo conosciuti al liceo. È rimasto poco allo Scientifico. Dopo il secondo anno è migrato a Brera. Avevo subito conosciuto in lui, insieme al suo profondo amore per la natura, le qualità artistiche non comuni che possedeva. Era già allora un abilissimo disegnatore. Disegnava su qualsiasi pezzo di carta, su qualsiasi foglio gli capitasse tra le mani. Un disegno pulito, ordinato, direi meditato punto per punto. Le immagini gli uscivano di getto e subito perfette. Non era difficile capire che “lui il disegno l’aveva dentro”. C’era una predisposizione, certamente, ma ad alimentare la sua bravura vi era una grande passione e una costante ricerca di perfezione. Disegnava di tutto, e a memoria, rifacendosi ai capolavori della Grecia antica. Disegnava corpi muscolosi, da lottatori. Sembravano tridimensionali, scolpiti dalla luce. Li ricordo ancora così, me ne aveva donati alcuni. Invidiavo tanta bravura. Ci separò per lunghi anni la scelta di percorsi professionali diversi. Avevo cercato di recuperare i contatti quando già frequentava l’Accademia. Lo avevo atteso a Brera all’uscita dei corsi. Non ci incontrammo. Ci trovammo invece a Como dove facevo il servizio militare e dove Franco con la famiglia era andato ad abitare. Era da poco tornato da un viaggio in Spagna. Mi raccontava con entusiasmo della bellezza dei luoghi e degli stimoli e dell'influenza di quel paesaggio sulla sua pittura. Como, terra di setaioli, gli offriva occasioni di lavoro: disegnava foulard. Ma credo che l’arte applicata non lo appagasse pienamente; aspirava ad altro. Terminato il servizio militare, di nuovo si interruppero i contatti.  Fortuna volle, e fu una vera fortuna, che su un settimanale mi imbattessi in una divertente vignetta: una vignetta dove un boscaiolo stava tagliando proprio il ramo su cui stava seduto. Sotto una firma: Franco Testa . Era ormai un illustratore affermato. Non fu difficile rintracciarlo.
Autore: Massimo Demma 20 ott, 2021
... Qualche giorno dopo mi presentai nello studio di una piccola agenzia pubblicitaria ed editoriale in via Lanzone, in centro a Milano; bussai alla porta di una stanza, sentii “Avanti” ed entrai. C’erano due tavoli affiancati, ai quali stavano seduti due personaggi che avevano appena interrotto il loro silenzioso lavoro e ora mi osservavano, perplessi...
Autore: Edoardo Osti 30 set, 2021
Franco è un uomo forte capace di camminare fino a cinque ore per arrivare all’alpe campo con Rocco di ormai cinque anni sulle spalle. È così elegante con quel barbour cerato verde. È bello. Mi piace quando ride. Mi fa pensare a una risata bolognese. Fuma la sigaretta ma gli toglie il filtro. O la pipa. Mare e montagna in lui si incontrano senza contraddizione. Come se il vento e il sole e la pioggia fossero sempre le stesse su quella pellaccia forte. Un uomo che può stare esposto agli elementi. E insieme un uomo che può stare giorni al tavolo da disegno. A mettere in puntini minuscoli memoria di libri e dei suoi occhi. Disegna. Illustra. Pare un lavoro di copia fedele. E invece lì dentro c’è tutto. C’è un reiterare ogni riga letta fin da ragazzo dei grandi romanzi, delle balene di Melville ma anche di quelle che ha visto lui. E così per ogni albero, di nave e di bosco, della Valsesia o dell’America. Tutto torna continuamente, costantemente nei disegni e nei racconti. Un uomo infinitamente colto e vigile e ironico e insieme un uomo selvaggio selvatico naturale. Deve pure essersi incontrato all’intervallo col mio papà quando erano a scuola. Questo è un pezzettino di quello che vive dentro di me. Ti abbraccio forte. Giacomo.
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