Franco Testa (Novara 1937-Milano 2017) vissuto a lungo a Como, seguendo gli spostamenti della professione paterna, frequenta il liceo artistico e poi l’Accademia di Brera a Milano.
Dopo numerose esperienze professionali nel campo della comunicazione (collaborazioni con studi pubblicitari, alcune tra le più importanti case editrici milanesi come Vallardi, Fabbri, Idea Libri, Rizzoli, Mondadori, Touring Editore, riviste come Panorama dove esercita il suo talento in pungenti illustrazioni di costume), sceglie la strada dell’illustrazione naturalistica, in seguito alla quale avvia importanti collaborazioni con riviste specializzate, Airone in testa per cui crea tavole straordinarie fin dalla fondazione.
Nel frattempo tiene corsi di insegnamento all’Istituto Europeo di Design e al WWF. Per la Repubblica di San Marino realizza diverse serie, molto apprezzate, di francobolli, sempre a soggetto naturalistico.
Nel 1995 inizia la sua collaborazione con L’Erbolario di Lodi per cui disegnerà i popolarissimi
calendari-racconto diventati amati oggetto di collezionismo, anche all’estero.
Mare e montagna in lui si incontrano senza contraddizione. Come se il vento e il sole e la pioggia fossero sempre le stesse su quella pellaccia forte. Un uomo che può stare esposto agli elementi. E insieme un uomo che può stare giorni al tavolo da disegno.
... Alla fine della stupefacente spiegazione illustrata, è il caso di dire, mi fece una proposta altrettanto stupefacente: non ero ancora in grado di lavorare, confermò; perciò - se la cosa mi interessava ed ero disposto ad applicarmi - mi avrebbe proposto precisi esercizi da fare a casa e una volta a settimana avrei dovuto presentarmi a mostrare i risultati. Senza nulla prendere da parte sua.
Accettai.
Un giorno mi regalò un piccolo acquerello dicendomi: “Ti piace?”
Era il mio ritratto disegnato a memoria. “Ti avevo osservato con attenzione”, mi disse, “quando te ne sei andato ti ho disegnato”.
Allora mi sono tornati in mente alcuni grandi del passato, Daumier, Doré... artisti che, notando tra i passanti volti interessanti, li memorizzavano e a distanza ne
riproducevano fedelmente l’immagine.
... pennelli, pennini, fogli di carta, colori, chine, matite e tutti gli accessori che nelle mani di Franco prendevano vita e diventavano prolunghe della sua mano riversando linee, punti, sfumature e contorni che si componevano in splendide illustrazioni.
Da bambino volevo disegnare come Franco Testa. Ogni dicembre quando arrivava a casa il calendario io rimanevo a sfogliarlo per ore, rapito da quei disegni di animali e piante.
Attendevo con grande gioia i nostri incontri in studio perché erano occasione di scambio e da parte mia di continue scoperte, la sua cultura naturalistica era davvero immensa e poliedrica.
Oggi, ogni tanto, Franco mi visita nella forma della corteccia tormentata di un tronco coperto di muschio che trovo in un bosco, o nella forma di una volpe che furtivamente attraversa il prato attorno casa mia. Lo trovo nel vermiglio dei cachi sugli alberi in autunno, è la ghiandaia che mi entra in casa dal camino, un regalo natalizio fuori stagione.
Grazie per tutto questo, Franco.
... Come quella volta che nel raccontarci le nostre esperienze in barca a vela mi hai disegnato varie tipologie di vele. Ho incorniciato quel foglio e ogni volta che lo guardo penso chissà su quale barca sei in questo momento, sicuramente ad ascoltare il movimento del mare con la tua amata cerata che ti protegge dal vento e la pipa tra le labbra che, perso come sei nei tuoi pensieri ti dimentichi di accendere.
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