Succede che, superati gli ottant’anni, ci si trovi a convivere con un bagaglio di competenze ed esperienze personali che si rifiutano di starsene rinchiuse nel cassetto dei ricordi e scalpitano per tornare a vivere ed essere condivise.
Che fare?
C’è chi scrive un’autobiografia e chi apre una casa editrice, come ho fatto io, affidando ai libri il compito di parlare per me.
Libri belli, al profumo di carta, ben illustrati e ben scritti, che mi avrebbero dato la possibilità di riannodare fili, di rivivere incontri, di riaprire dialoghi.
È da queste premesse che è nato il volume Tracce, rivisitazione di una serie di rubriche pubblicate su Airone e a suo tempo raccolte nella guida Le tracce raccontano (Giorgio Mondadori Editore, 1989). Avevo seguito io quelle rubriche, rinnovando ogni mese il piacere di confrontarmi con Franco Testa, autore delle tavole che illustravano i testi dello zoologo Luigi Boitani.
Di quanti incontri con Franco è disseminato il mio cammino personale e professionale!
Tutto è cominciato... in cucina. Parliamo degli anni Sessanta, quando esordivo come redattrice nella benemerita Fratelli Fabbri Editori, dove la regola era buttarti in acqua e vedere se imparavi a nuotare.
Fresca di laurea, approdata nel mondo dell’editoria senza neppure sapere cosa fosse una bozza, mi sono ritrovata a capo della redazione di Regno Verde, un’enciclopedia a dispense, e poi, tanto per cambiare registro, a coordinare dei libri di ricette, ai quali i disegni al tratto di Franco aggiungevano un tocco di classe.
Non ricordo esattamente i contenuti di quei disegni, ma ho invece sempre negli occhi le tante, tantissime illustrazioni eseguite da Franco per Airone: dalla ricostruzione del Vallo di Adriano a quella dell’antica città di Sana’a con i suoi palazzi da fiaba, dal ritratto di famiglia dei lemuri a quello delle volpi di tutto il mondo, e poi il ghepardo in corsa, le tele dei ragni, le gondole, le sanpierote, il batelon e tutte le altre barche della laguna minuziosamente svelate nei loro minimi dettagli, e i pesci e gli uccelli magicamente vivi nello scintillio di squame e piume...
E poi il gran chiacchierare, le cene nella casa di via Hayez, le passeggiate nei boschi, le corse in slittino dei nostri figli sulla neve alla Grampa, il viaggio a Londra... e con noi sempre Irvana, il vero cemento di questo rapporto divenuto nel tempo una amicizia preziosa e indimenticabile.
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