MOSTRE

LE MOSTRE DI FRANCO TESTA

La prima mostra personale di Franco Testa fu organizzata dall’amico Sandro Fusina e colleghi dell’Istituto Caterina da Siena di Milano nel 1990. Fu annunciata da uno splendido manifesto ripreso da un disegno dell’artista che illustrava la danza di corteggiamento del road runner (Geococcyx californianus), il simpatico uccello eroe dei cartoni di Willy il Coyote, bip bip.


Nel corso degli anni, le mostre si moltiplicarono, sia personali che collettive, spesso allestite in ambienti suggestivi, come il Monastero di Torba o i Magazzini del Sale a Bressanone, quasi a sottolineare la qualità delle opere esposte. Alcune furono memorabili, come quella di Cavalese (2010) al Museo Arte Contemporanea, curata da Silvia Saibene e Elio Vanzo e allestita da un architetto locale di genio, Sergio Camin.


O quella organizzata da L’Erbolario, in occasione del Quarantennale dell’azienda, nei locali della fabbrica sullo sfondo degli impianti di produzione. Tra le mostre collettive ricordava con particolare piacere quella tenutasi all’Acquario di Milano nel 1993 perché vi era apparso insieme con gli allievi-amici più cari: Massimo Demma, Roberto Osti, Giorgio Pomella e Alfonso Goi, oltre a giovani allievi dell’Istituto Europeo di Design.

L’ultima mostra, postuma, organizzata dall’associazione culturale “Il Fontanile” nella splendida cornice della quattrocentesca Casa Gola e magistralmente impaginata da Rita Lorenzetti, si tenne a Rodano nel 2019 con un afflusso di pubblico che stupì gli stessi organizzatori.


Ma le mostre di Franco Testa erano sempre affollate, non c’era il rischio del “chissà se verrà qualcuno”. Tra gli spettatori più entusiasti schiere di ragazzini guidati da genitori o professori illuminati. A leggere i commenti scritti da quelle mani infantili sui libri delle firme c’è da commuoversi ancora adesso.

FRANCO TESTA - DISEGNI, 1968 - 1990

Milano, Istituto Caterina da Siena | 22/5 - 2/6 1990


Riportiamo qui di seguito la presentazione della mostra:

"Ambizione del nostro istituto è uscire dal limbo in cui la scuola è spesso confinata, per istituire rapporti fattivi con le professioni e la produzione, per un istituto che presume di formare alle tecniche della grafica e della pubblicità le professioni di riferimento non sono solo quelle che operano nell'ambito specifico, ma tutte quelle inerenti alla comunicazione visiva. in questo spirito si vuole organizzare, allestite dagli studenti e rigorosamente aperte al pubblico, alcune mostre didattiche sull'opera di studenti, professionisti e studi professionali.


L'apertura della scuola alle professioni, e delle professioni alla scuola, non potrà che giovare, nell'immediato e in futuro, agli studenti. Esempi positivi di questa volontà sono le mostre allestite in questi anni con il Teatro alla Scala e i suoi organismi.


La mostra che si inaugura vuole documentare alcuni momenti del lavoro di Franco Testa, noto illustratore, dal 1968 al 1990. Nell'ambito dell'iniziativa sono previste: una conversazione sulla storia dell'illustrazione naturalistica e un'altra su alcuni principi fondamentali della bionica (G. Boccioni).


Nato a Novara nel 1937, Franco Testa ha studiato all'Accademia di Brera. Dopo aver prodotto disegni per l'industria serica, ha lavorato come interno nell'editoria (Fabbri, Vallardi) e per la pubblicità (Euroteam, Mac). Per cinque anni ha condotto una propria agenzia per dedicarsi poi, dopo una carriera professionale che ha intrecciato a lungo l'illustratore e il grafico, all'illustrazione come free-lance. Da circa dodici anni collabora con riviste (Airone, Panorama, Aqua), case editrici (Idealibri, Rizzoli), studi editoriali (Asterisco) e l'industria (Findus, Orefro, Lotto). Insegna illustrazione naturalistica all'Istituto Europeo di Design e tiene corsi di illustrazione per il World Wildlife Fund (w.w.f.).


Hanno collaborato a diverso titolo: Salvatore de Paola, Sandro Fusina, Luciano Vecchio, Marina Nasuelli, Paolo Polidori, Michele lo Russo, Vania de Lorenzis, Silvia Fava, Cristina Lazzarini, Petra Loreggian, Liana Lugli, Barbara Rosso, Francesca Sganga, Giulio Fedele, Dimitri Ottanelli, Massimo Righini, Massimo Vigand.

TACCUINO VALSESIANO

Acquerelli e disegni di natura in Valsesia

UNIONE ALAGNESE - ALAGNA

26/12/03 - 05/01/04

Un giorno dell’estate 2003  (allora avevamo preso in affitto una casa ad Alagna), decidemmo di fare un giro all’Alpe Campo, un alpeggio, ci dissero, da cui si godeva una vista meravigliosa sul Monte Rosa.


Giunti in quota, ci si aprì davanti uno spettacolo grandioso: le pareti del Rosa come non le avevamo mai viste, un alpeggio vastissimo, un gruppetto di case tra cui una chiesetta e un piccolo rifugio del CAI, con davanti qualche sedia a sdraio dove alcuni gitanti prendevano il sole,  un laghetto che rifletteva il blu del cielo e sulla sponda una piccola barca a remi verniciata di azzurro, vista piuttosto inconsueta per i 2000 metri. Scoprimmo poi che era del gestore del rifugio, “il Gilberto”, così lo chiamavano giù ad Alagna.


Dopo aver vagabondato a lungo in quella magnifica piana, decidemmo di fermarci al rifugio sperando di trovarvi una birra. Fummo accolti da una signora di una certa età, piccola e gentile (scoprii in seguito che era Rosetta Oioli, grande camminatrice – durante la guerra aveva percorso le valli, portando aiuti ai partigiani –  e grande ricamatrice, che durante l’anno veniva dal Biellese a insegnare l’arte del ricamo nella sede della Associazione Artigianato di Varallo e d’estate dava una mano al Gilberto al rifugio.


Mi colpirono l’ordine e la pulizia del luogo: tavoli che sembravano tirati a cera, pentole lustre, tendine ricamate alle piccole finestre. Mi avvicinai a una di  queste per ammirare i ricami e sulla parete del vano vidi un calendario dell’ Erbolario. “Toh guarda”, dissi a Franco ridendo, “il calendario è arrivato fin qui” e, rivolta alla nostra ospite, “questo calendario l’ha fatto mio marito” e indicai Franco.  A quel punto, forse sentendo le nostre voci, entrò nella stanza il Gilberto, un montagnino dall’aspetto asciutto e vigoroso, faccia severa, ma attraente, un alpinista del CAI, famoso in tutta la zona.


Rimanemmo un po' a chiacchierare piacevolmente, poi riprendemmo la via del ritorno, gli occhi pieni di belle immagini. Un paio di settimane dopo, non  ricordo per quale ragione, forse raggiungere la bocchetta della Moanda, ritornammo al Campo e passammo al rifugio a salutare. Ci venne incontro il Gilberto, che subito disse a Franco “Se non venivi su tu, venivo giù io a cercarti” e con tono pacato ma determinato, che non ammetteva rifiuti, parlò del suo progetto di fare una mostra sull’ambiente della Valsesia, progetto condiviso con il CAI e con la Pro Loco di Alagna.


Detto, fatto. Il Gilberto venne a Milano a raccogliere i materiali da esporre e la mostra, che si tenne durante il periodo natalizio, fu un successo. L’inaugurazione, nella storica sede dell’Unione Alagnese, fu una festa bellissima con tantissima gente e tutte le autorità locali. Il promotore stupì tutti sfoggiando una stupenda cravatta color avorio tutta ricamata col celebre puncetto valsesiano  da Rosetta Oioli, la quale poi si presto molto gentilmente a essere sempre presente nelle sale dell’Unione durante le ore di apertura della mostra per accogliere i visitatori (e garantire la sicurezza delle opere).


Franco ringraziò il Gilberto con un suo ritratto che ora è incorniciato e appeso su una parete del rifugio, e il CAI ringraziò Franco con la riproduzione in miniatura di una casa Walser.  Tempo dopo, mentre raccontava l’episodio ad alcuni amici a cena da noi, trovandosi a corto di carta e non volendo alzarsi, Franco prese un piattino da frutta sul tavolo e cominciò a tratteggiarvi con una biro o un pennarello il ritratto del Gilberto.


Quel piattino l’ho conservato.


Irvana Testa Malabarba

GLI ACQUERELLI DI FRANCO TESTA

I Calendari de L'Erbolario

IN OCCASIONE DI ORTI MANTOVANI - GIARDINI VALENTINI, MANTOVA

23/24 marzo 2019

La mostra di Mantova, molto visitata, si tenne nell’ambito della manifestazione orticola Orti Mantovani.

La sede assegnatale era splendida: la galleria SpazioArrivabene2, ospitata nel quattrocentesco Palazzo

Arrivabene nel cuore della città.


Il gallerista, Luca Sguaitzer, dopo aver osservato la qualità delle opere esposte, mi disse che, pur trattando lui materiali di tutt’altro genere, quali opere d’arte contemporanea e design, avrebbe volentieri offerto il suo spazio per una più ampia mostra dedicata a Franco Testa, sicuro del suo successo.


Irvana Testa Malabarba

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