MONOGATARI

MONOGATARI

Da Wikipedia: “Si tratta di una lunga narrazione in prosa paragonabile all'epica, strettamente legata ad aspetti della tradizione orale. Riguarda quasi sempre storie immaginarie o eventi storici descritti in maniera fantastica e non realistica”.

I Monogatari di Franco Testa non hanno nulla a che fare con quelli descritti da Wikipedia. Quando insegnava all’Istituto Europeo di Design, ebbe occasione di intrattenersi con una simpatica artista giapponese che guidava in visita un gruppo di studentesse d’arte provenienti da Osaka a cui impartì una lectio magistralis. Le mostrò una serie di disegni suoi che furono molto apprezzati. Nel corso della conversazione avvenuta grazie alla presenza di un interprete, fu ripetuto alcune volte il termine “monogatari”. Fu una misinterpretazione, un fraintendimento? Forse rimase colpito dal bel suono della parola?

Fatto sta che nel lessico familiare quei disegni furono sempre chiamati e archiviati come Monogatari. Forse sarebbe stato meglio chiamarli “haiku”: sono impressioni, suggestioni, ricordi ispirati a luoghi visti, a profumi sentiti, momenti fuggevoli e irripetibili che si fissano per sempre nel cuore.

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